venerdì 29 maggio 2009

Riflessioni Torride (18\19 Maggio)

Raiano, 20 Maggio 2009 (44 gds)*

Tornata sabato sera da Viterbo, il lunedi mattina sono partita per l'Aquila. Mi aspettavano 2 giorni di volontariato, con Legambiente, nel campo di accoglienza allestito alla stazione. Gli ospiti dormono sui treni, nelle cuccette, inizialmente arrivavano anche ad 800, ma ora sono "solo" in 200 circa. Ad accompagnarmi fino al pomeriggio 3 miei amici, pochi ma buoni. Alle 8 e 30 siamo già operativi: pulizia della cucina e della mensa dopo la colazione. La mensa e la cucina sono quelle solitamente usate dai ferrovieri. La struttura sembra aver tenuto bene all'interno, anche se all'esterno una vistosa crepa taglia dall'alto in basso la parete.
Il caldo inizia a farsi sentire, preannunciando i giorni di inferno che aspettano chi è già in difficoltà.
A quest'ora non c'è molta gente in giro, chi ha ricominciato a lavorare per sua fortuna ha lasciato il campo, i bambini sono a scuola e chi resta è intento a sistemare i pochi averi, o semplicemente siede all'aperto chiacchierando o guardando il vuoto.
Oramai sono preparata alle immagini angoscianti di quel che resta della città, però fa sempre effetto uscire dalla stazione e trovarsi direttamente in mezzo alle macerie: le 2 case immediatamente di fronte sono ridotte ad un cumulo di macerie.
In cucina c'è molto da fare, i cuochi sono già all'opera per preparare il pranzo, e farlo per 200 persone non è cosi semplice..
Finalmente arrivano gli altri volontari di Legambiente, e ci si divide i compiti: un gruppo andrà sui treni a rimuovere le lenzuola monouso sporche e lasciare il sacchetto di quelle pulite, gli altri resteranno a dare una mano in cucina.
Io andrò sui treni. Nonostante siano appena le 9 del mattino il sole batte implacabile. L'Aquila è famosa per essere una delle città più fredde in inverno, ma non tutti sanno che in estate invece diventa una fornace ardente. Ed in questo maggio dal clima impazzito, il sole picchia come se credesse di essere in Agosto.
Con i sacchi pieni di lenzuola pulite seguo i miei amici che intanto ritirano quelle sporche, e passando dò un'occhiata agli alloggi. Dev'essere tremendo passare un'estate intera qui dentro, aria stantia, letti claustrofobici, finestre minuscole e caldo...tanto caldo.... Eppure bisogna quasi sentirsi riconoscenti...
Sapete che il campo della stazione è considerato il "Grand Hotel" dei campi di accoglienza? Dicono per via delle sistemazioni "al chiuso" e per la buona cucina. Io so solo che anche lì i volti della gente tradivano sconforto e desolazione. A questo punto chi ha potuto è andato via dai campi, a casa di amici, in casa propria, da parenti... chi è rimasto è chi non ha più nulla o è semplicemente solo... Una coppia di mezza età siede sulla panchina di fronte alla cucina, e guarda alcune case dall'altra parte dei binari. A me sembrano abbastanza integre... in realtà quella è casa loro, mi spiegano, appare integra all'esterno, ma in realtà dentro è devastata, non è rimasto più nulla... Le pareti hanno resistito grazie al "cappotto" che avevano messo per isolare meglio l'abitazione.
Finito il lavoro sui treni torno in cucina, dove tutti sono indaffaratissimi, perchè alle 12 si serve il pranzo! Qui i pasti sono ottimi, si puo' scegliere tra 2 primi e 2 secondi diversi, con tanto di contorni frutta e dolce quando va bene, nonchè un buon bicchiere di vino, che sembrano tutti apprezzare. Per il pranzo torna anche qualcuno che è andato fuori a lavorare, e tutti si trovano stretti nei tavoli costretti a fare i turni perchè la mensa non puo' accogliere 200 persone..
Vi immaginate cosa vuol dire la convivenza forzata fianco a fianco per mesi a condividere tutto con più di 200 sconosciuti? La stanchezza è evidente sul volto di tutti...
Finito il pranzo alle 14 abbiamo mangiato noi volontari. Prima di tornare a mettere in ordine mi sono fermata a chiacchierare fuori dalla mensa con qualche ospite. Avevo notato che il dolce non era stato gradito da tutti. Si trattava della tipica colomba di Pasqua che, supponevo io, probabilmente mangiavano da un mese. Lo chiedo a qualcuno, che mi conferma quanto pensavo, e aggiunge: <>
E' questo il timore più grande ora: passare un anno senza casa, prima vittima del terremoto e poi vittima delle vane promesse di una classe dirigente che ha preferito sfilare in passerella, invece di dare certezza alle persone.
Quello che riportavano i media, riguardo alla soddisfazione delle persone è assolutamente falso: qui si vive di giorno in giorno con il terrore di restare accampati per anni e con la certezza di aver perso tutto e il dubbio di essere stato preso in giro...
Ad ogni modo la mia gente è forte, e tutti cercavano di guardare al futuro e darsi da fare nel presente, ma con il sorriso.
A sera, quando ormai eravamo sfiniti dopo 12 ore di lavoro ecco arrivare alcune donne ospiti del campo, che ci strappano letteralmente straccio e spazzolone dalle mani e iniziano a pulire intimandoci di riposare. Ed ero felice di vedere che anche in queste situazioni c'è sempre qualcuno che non si abbatte mai ed anche se ha perso tutto prova a dare una mano al suo vicino, rendendosi utile...
Ho fatto una passeggiata lì attorno, ma era angosciante il silenzio... Da quello che un tempo era il centro vitale della città non proveniva alcun suono, ed il buio avvolgeva tutto... Solo le auto delle forze dell'ordine preposte al posto di blocco verso il centro cittadino, davano un po' di vita alle strade vuote, il resto era come addormentato... (stavo per scrivere morto, ma è un'idea che rifiuto, sperando sempre nella resurrezione a breve della città!)
Alle 23 ero distrutta, così poco dopo decisi di andare a letto, nella mia cuccetta, dove appena entrata sono crollata in un sonno profondissimo e senza sogni.
Alle 7 ero già in piedi, colazione e di nuovo al lavoro. C'è stato da ridere quando una volontaria è tornata paonazza in volto raccontando che uno dei carabinieri che lavora nel campo, alla vista delle 2 lavatrici appena montate ha deciso di provarle mettendoci dentro la divisa: siccome non c'era ancora il detersivo ha pensato bene di metterci il bagnoschiuma, ed ora stava fermo in mutande di fronte alla lavatrice chiedendosi come mai dopo 4 lavaggi c'era ancora tutta quella schiuma che veniva fuori...!!!!
La giornata trascorre tranquillamente come la precedente, il caldo torrido aumenta, e con esso la fatica... in compenso le scosse si fanno sentire di meno, e per risollevare un po' gli animi provo ad invitare piu' persone possibile alla sagra delle Ciliege, che si terrà il 14 Giugno nel mio paese. Sarà suggestione, ma nei loro occhi ho visto un po' di serenità in quel momento, mi sono sembrati felici... ed hanno promesso che sarebbero venuti.
Io lo spero, come spero che ci saranno sempre piu' occasioni per svagare la mente in attesa del miglioramento definitivo della situazione.
In cuor mio intanto ringraziavo le migliaia di volontari che da ogni parte d'Italia e oltre erano giunti a l'Aquila a portare un paio di braccia e un sorriso e una parola di conforto. Grazie a loro e alla forza della mia gente, sentivo che una rinascita era possibile, cio' che mi riabbatteva però, era il pensiero dell'immensa speculazione politica che si sta perpetrando sulla tragedia.... ma tanto per ribadire una frase super abusata: "non può piovere per sempre", e non permetteremo che dalla tragedia si passi all'apocalisse...



*gds = giorni dopo il sisma

giovedì 30 aprile 2009

Quasi un mese.... Terra mia ce la farai, come ce l'hai sempre fatta! -Riflessioni-

E' trascorso quasi un mese...
Dopo essere tornata ai miei studi, la tensione che da sempre mi spinge a tornare a casa ha avuto il sopravvento.. e così eccomi di nuovo a Raiano, a trascorrere un paio di giorni con la mia famiglia, ed accertarmi della situazione.
Qui almeno sembra stia finendo il periodo del dormire vestiti e con le scarpe, in attesa dell'inatteso, ma le persone hanno ancora la paura negli occhi... Proprio poco fa una nuova scossa ha fatto ripiombare la gente in uno stato di semi-panico...
L'impatto emotivo che ha avuto il sisma sulle persone è impressionante. Addirittura nel mio paese ed in quelli limitrofi, che fortunatamente non hanno subito grossi danni, le persone sono al limite del collasso nervoso... per non parlare di chi il sisma l'ha vissuto in pieno sulla propria pelle.
I racconti di chi l'ha vissuto "sotto il sedere" sono sconvolgenti, si parla di buona parte della storia abruzzese andata perduta... un patrimonio storico, artistico e di memoria, oramai inesistente...
Cancellato il capoluogo, cancellati interi paesi, sogni, speranze..
Le speranze di un popolo sempre dimenticato, che a denti stretti è andato avanti sfidando la sorte, sfidando e amando le sue montagne impervie che tra lacrime e sangue però l'hanno sempre protetto. L'Abruzzo interno, quello sconosciuto, quello dei pastori che vivevano di transumanza e di ciò che le loro mani ferite riuscivano a creare. L'Abruzzo dei cafoni, terra di mezzo, nè nord nè sud, quasi assente dalle carte geografiche, perchè la vicinanza con Roma alla fine non è stata un grosso vantaggio, probabilmente ha contribuito solo allo spopolamento dei piccoli borghi, da cui per anni e anni i giovani sono fuggiti, e lo fanno tuttora, alla ricerca di fortuna nella Capitale.
L'Abruzzo che si è auto-diviso: da una parte la costa, il chietino, il pescarese, ed anche il teramano, "terre più fortunate perchè hanno il mare!" E dall'altra i poveracci montanari, quelli dell'aquilano (che poi occupa metà regione!) che vivono di pecore e campagna, abbrutiti dalla terra e dal freddo. Ma è proprio questa la zona più bella dell'Abruzzo, quella da cartolina, che da anni prova, a volte inutilmente, di sfondare nel turismo, di mostrare a tutto il mondo la sua bellezza, il suo verde, i suoi sapori, il suo calore.... Il mio Abruzzo, quello di cui ho sempre parlato ai miei amici, quelli che incontravo lungo le varie peregrinazioni, e che invitavo puntualmente a venirmi a trovare. Ma ben pochi sono venuti, e oramai, buona parte di quello che avrei voluto mostrare loro, è andato distrutto....

Non fa niente, la forza non muore mai. Abruzzo mio, con gli occhi pieni di lacrime ti ho guardato scrollarti di dosso le macerie, risollevarti ancora una volta su tutto, gridare la tua voglia di vivere, senza scenate, senza strepiti. Come al solito ti sei rialzato con la tua immensa dignità negli occhi e hai reagito. Io spero solo che non ti lascerai abbindolare da chi ti prometterà la luna, solo per derubarti del poco che è rimasto. Spero solo che le risorse per ricominciare verranno a te e da te. Che saranno le tue imprese a ricostruirti, che saranno le tue braccia a rimetterti in piedi, che sarà il tuo sorriso a splendere nuovamente su tutti noi....

E non posso non esprimere un infinito grazie a tutti coloro che da un mese ormai hanno offerto parte della loro vita per ricostruire quella di alcuni estranei. Io Vi sono riconoscente, perchè mai s'era visto tanto affetto, tanta solidarietà verso una popolazione semi-sconosciuta. Certo, se fossero state diverse le circostanze sarebbe stato meglio, ma almeno ora tutti forse ricorderanno dov'è l'Abruzzo, e addirittura dov'è l'Aquila.... che presto tornerà a volare!

mercoledì 22 aprile 2009

08 Aprile 2009 - I Funerali di Carmelina

Raiano, 08 Aprile 2009


Una notte in automobile può sembrare il paradiso in queste situazioni… I nostri vicini di casa dormono da ieri in auto nel grande piazzale di un’azienda agricola all’ingresso del paese. Con loro tutto o quasi il mio quartiere. Il resto del paese è disperso tra piazze e piazzole, chi in tenda, chi in auto, chi, fortunato, in camper o roulotte.


Come ho già detto, siamo stati tutti molto fortunati, visti i danni abbastanza lievi del paese, ma la paura è tanta… e un sonno in automobile è preferibile alla veglia nel panico in casa.


Mia sorella ha dormito con me, io ho preferito restare parcheggiata davanti casa, al centro della strada perché non si sa mai…
Al contrario delle altre sere, io sono riuscita a dormire un po’, A. purtroppo no. Alle 5 e qualcosa del mattino, entrambe esauste, ci siamo trasferite sul divano di casa… con la luce del sole sembra tutto più facile.


Abbastanza presto, come al solito in questi giorni, inizio i miei giri mattutini: bar, edicola, Pratola Peligna per salutare D. che sembra stare molto meglio, e poi di nuovo a Raiano, dove l’aria immobile attende l’evento tragico del pomeriggio.

Come si usa, il paese si raduna davanti casa di Carmelina. La porta aperta ormai da un giorno, mazzi di fiori e corone appoggiate lungo tutta la parete esterna d’ingresso.
Gli amici del cuore sono radunati tutti assieme a qualche metro di distanza dall’abitazione. La strada si va pian piano riempiendo di persone, non solo del paese ma anche di Pratola, da dove provengono i genitori. A poco a poco arrivano anche i gonfaloni dei paesi limitrofi, tutti quelli che fanno parte dell’associazione di comuni peligni assieme a Raiano.

E’ una giornata strana, come i due giorni precedenti del resto… Il sole è caldissimo, ma basta una piccola nuvola a far tremare tutti per via del vento, che non sembra accennare a calmarsi…
Escono gli uomini delle pompe funebri portando in mano grosse composizioni floreali, chiedono a tutti i ragazzi presenti di prenderne una ciascuno, e prepararsi alla testa del corteo funebre, due a due…
Anche mia sorella ed io prendiamo un mazzo di fiori, e in quel momento mi rendo conto che a causa del gran numero di fiori, nessun ragazzo presente aveva più le mani libere.


Ed ecco Carmelina, portata a spalla dai suoi amici di sempre, quelli che sono corsi a l’Aquila nella speranza di ritrovarla, quelli che hanno atteso in paese tremanti nell’attesa di una buona notizia, quelli che le hanno donato un ultimo saluto ringraziandola per tutta la ricchezza che ha recato alle loro vite…
Ci fanno cenno di partire, e tutti noi, il cuore in gola, i fiori in mano, passo dopo passo conduciamo il corteo verso il luogo del funerale.
In cielo, limpido fino a un attimo prima, appare una sola piccola nuvola che timidamente va a coprire il sole, come se la natura stessa si rivestisse a lutto…
E’ una lenta processione, straziante… si tenta di soffocare le lacrime, ma come riuscirci di fronte a quella bara bianca, in cui riposa una ragazza di 22 anni…
Ci sono anche le televisioni, è il primo di una lunga serie di funerali, ma fortunatamente non sono troppo invadenti.

Se è possibile dire una cosa del genere, penso che questo sia stato il più bel funerale che io abbia mai visto, e che non avrei mai voluto vedere…
Come in tutti i paesi qui attorno anche a Raiano le chiese sono inagibili, per questo la cerimonia è stata officiata nel piazzale antistante il municipio, accanto al Viale dei Pini, uno splendido viale alberato dove tutti i ragazzi e non amano passeggiare..
Le persone erano tantissime, e tutti molto composti. Di solito sono più che critica nei confronti di ogni cerimonia religiosa, troppe parole ipocrite, troppa falsità. Stavolta invece ho visto solo la commozione di tutti, la verità delle frasi pronunciate tanto dal vescovo, quanto dal sindaco e dagli amici più cari.

Carmelina, se mai esiste un’altra vita e tu sei riuscita a guardarci da lassù, sarai stata sicuramente felice di tanto affetto, di tanto amore rivolto a te da tutte quelle persone commosse, che non dimenticheranno mai il tuo sorriso...



Dopo quelle ore angosciose ho fatto una passeggiata verso casa, e finalmente una nota positiva: ho rivisto L. un caro amico che studia a l’Aquila, e a cui non avevo smesso di pensare fino al giorno prima quando mi dissero che quella domenica, fortunatamente, era rimasto a Raiano, e non era ripartito per l’Università… E’ in questi momenti che capisci quanto contano alcune persone nella tua vita, e quanto sia poco importante tutto il resto….


Dopo cena sono andata a prendere un’anziana zia che vive sola, terrorizzata dal terremoto, per portarla a dormire con noi. A. ed io abbiamo deciso di mettere due materassi sul pavimento della sala, a piano terra, e lasciare alla zia il divano letto. Abbiamo sistemato tutto alla perfezione nell’eventualità di una nuova scossa: materassi al centro della stanza, percorso libero fino alla porta che resterà aperta, e qualche coperta da buttarci addosso visto che dormiremo vestiti e con le scarpe.
Zia era molto scossa, ma evidentemente si è sentita al sicuro con noi perché appena allungatasi ha preso subito sonno e non ha sentito neanche la nuova scossa notturna.
Anche A. ed io oramai siamo “veterane” del terremoto e non ci siamo spaventate alla nuova scossa, ma abbiamo subito cercato di ritornare ai nostri sogni, anche se purtroppo continuano ad essere tormentati….

Un secondo ricordo: addio Enza, bentornata Eleonora

Giusto per sottolineare ancora una volta quanto sia beffarda la sorte:


Enza era la vicina di casa dei miei zii a Tocco da Casauria. Viveva nella casa di fronte assieme ai genitori e alla sorella. Aveva 21 anni. Io non la conoscevo benissimo, ma ci incontravamo comunque ad ogni ricorrenza, quando andavo a salutare i parenti.

Mia cugina già da Lunedì mi aveva parlato dell’apprensione di tutti in quanto non si avevano notizie di Enza. Ora, dopo quasi 48 ore, le speranze di ritrovarla in vita si sono molto affievolite…

Nel pomeriggio pero’ giunge la chiamata di mia zia: “I vigili del fuoco sentono qualcosa sotto le macerie, c’è qualcuno in vita, è sicuramente Enza!”

Un urlo di gioia parte da mia madre al telefono. Siamo tutti al settimo cielo, ci voleva proprio una notizia del genere….

Dopo qualche ora zia ci richiama: “la stanno estraendo!!!”

Io rido, sono felice, penso ai genitori, a come devono sentirsi pazzi di gioia al pensiero di ritrovare la loro splendida figlia quando ormai non sembrava esserci più nulla da fare…

Quasi quasi, nella mia assoluta mancanza di fede, penso che forse qualcuno c’è lassù che pensa a noi.. pensa ad evitare ulteriori sofferenze ad una famiglia che già ha sofferto abbastanza…

Non stacco gli occhi di dosso dal televisore: Sky ormai da giorni è in diretta da l’Aquila, sicuramente diranno qualcosa….

Ed ecco finalmente: “ULTIMORA, ESTRATTA VIVA DOPO 42 ORE RAGAZZA DALLE MACERIE”.

E poi le parole della conduttrice:”Una buona notizia, è stata estratta dalle macerie in questo momento una ragazza, il suo nome è…. Eleonora!”

Forse si sono sbagliati, hanno confuso i nomi, magari tra poco rettificheranno la notizia….

Ma i minuti passano e i dubbi diventano certezze: Enza è ancora sotto le macerie, e sicuramente a lei non è toccata la stessa sorte di Eleonora.

Sono felicissima per quella ragazza, che poi scopro essere la coinquilina di Enza, ma non posso non essere lacerata al pensiero di quella famiglia, che si era illusa nuovamente di poter riabbracciare una figlia, e che invece si ritrova gettata nella disperazione assoluta…

Il giorno dopo arriva la conferma, hanno estratto Enza, ma è morta il giorno stesso della scossa…


Eleonora, spero davvero che ti riprenderai alla grande, che sarai il simbolo di tutti i tuoi compagni, di tutti gli studenti che vogliono solo un'opportunità di crescere e formarsi, di vivere con dignità e non morire a causa del menefreghismo di chi affitta case indecenti, e di chi omette di fare controlli.... in bocca al lupo!!

venerdì 17 aprile 2009

temporanea assenza

Cari tutti, il dovere incombe... e benchè tutto in me mi implori di restare in Abruzzo, purtroppo domani dovrò ritornare ai miei studi a Viterbo...
In questi giorni senza internet continuerò il diario, e spero di poter pubblicare presto i nuovi racconti....
E speriamo che in futuro riesca a scrivere anche storie più serene...

Buon Tutto...!

giovedì 16 aprile 2009

L'Aquila 06.04.09 - diario di un'apocalisse –04- i primi sciacalli

Raiano, 07 Aprile 2009

Dopo l'ennesima notte insonne, lascio il letto molto presto per iniziare, si spera, una giornata migliore. Questa mattina devo tornare in ospedale da mia nonna, per riportarla a casa, o meglio a casa di mia zia, visto che non è il caso che stia da sola...
Prima di partire per Sulmona, passo a salutare mia madre a lavoro, e lì al bar incontro la madre di una ragazza della mia età che vive nel paese accanto: "Sai che S. è da ieri a l'Aquila? Sta aiutando la protezione civile a montare le tende". Immediatamente le chiedo se serve altro aiuto, da ieri mi sto frenando per prendere la macchina e partire verso le tendopoli, ma non l'ho fatto per evitare di intralciare i soccorsi.... Ottengo il numero della ragazza, che mi risponde subito al telefono ringraziandomi per l'offerta di aiuto e promettendomi di avvertirmi nel caso in cui avessero avuto bisogno.
Parto per Sulmona con la testa piena di pensieri.... in queste ore allo sgomento per la tragedia a volte si sostituisce la rabbia per chi su di essa sta lucrando, come il presidente del Consiglio, che ha subito iniziato la sua campagna elettorale promettendo aiuti a destra e a manca sfilando in passerella....
Guido come sotto ipnosi, lancio l'auto cercando di far evaporare i miei pensieri attraverso la velocità.... Tra la stanchezza e l'angoscia, mi stupisco della mia resistenza fisica....
Infine arrivo all'ospedale, è quasi mezzogiorno, sono puntuale, e nonna già mi aspetta seduta davanti alla porta della sua stanza....
Ma in questi giorni le dimissioni sono tante per far posto ai feriti de l'Aquila, e devo attendere un'interminabile ora prima di poter riportare a casa nonna.
Nel frattempo arriva un sms: la ragazza che ho contattato questa mattina mi chiede se voglio andare a Barisciano, un paese a sud de l'Aquila ad aiutarli a montare le tende.
Entro in agitazione, vorrei partire immediatamente ma sono bloccata in ospedale con nonna, che saputa la notizia, si agita anche lei cercando di trattenermi:"ma stai tranquilla, anche qui stai facendo una buona azione, ti occupi di me..!!!" Cara nonnina...
Finalmente riusciamo a tornare a casa, e tento in tutti i modi di celare a mia nonna l'ansia che mi sta salendo, per non essere partita subito.... D'un tratto nonna mi sconvolge.
Lei, così tenace, così piena di vita, così solare... lei che ha cresciuto 3 figli e lavorato il giorno stesso in cui li metteva al mondo, lei che con una parola riusciva sempre a farti tornare il sorriso, e a farti gioire per ogni sciocchezza, si lascia sfuggire un gemito: "Ah, come vorrei andarmene...."
"Che vuoi dire nonna??" "Ora sono stanca, troppa sofferenza, troppo dolore... questo mondo non mi piace più...voglio andarmene...."
Queste parole mi gelano il sangue..... se lei di fronte alle immagini di questi giorni è arrivata a pensare questo, cosa ne sarà di noi tutti??
Di fronte a questo scenario di devastazione, mia nonna, forse per la prima volta nella sua vita, ha pensato che fosse meglio andar via da questo mondo piuttosto che sopportare oltre....
Io la rincuoro, con poche parole cerco di farle cambiare idea, lei mi ascolta, ma è come assente, penso sia meglio cambiare discorso...
Lasciata mia nonna corro a casa a cambiarmi, preparo il necessario pensando di restare fuori a dormire, e carico la macchina di coperte e vestiti da lasciare alla popolazione in caso di bisogno...
Saluto i miei genitori e mi metto in viaggio, ma dopo pochi minuti mi rendo conto di non aver saltato mia sorella, che, così sensibile in questi giorni, potrebbe soffrirne un po'...
Giro la macchina e torno verso casa, giusto in tempo per notare tutti gli abitanti del paese riversati in strada, la mia famiglia compresa: "Che è successo ma'?" - "Dicono che stanno evacuando i paesi" mi risponde mia madre quasi stizzita. Guardo i volti spauriti dei vicini, e mentre mi appresto a scendere dall'auto per saperne di più mi chiama G., un'amica che vive nel paese accanto: "Susa', non so se è vero, ma nel dubbio te lo dico: il marito della mia vicina l'ha chiamata dalla caserma dicendole di uscire subito da casa perchè è stata annunciata una nuova scossa più forte. Stanno evacuando Popoli e Bussi, conviene che resti fuori con tutta la famiglia". Di fronte al mio scetticismo G. reagisce con la logica del "prevenire è meglio che curare". Io la ringrazio comunque per l'avviso, e torno dai miei, che non credono assolutamente a queste voci ma restano fuori a rincuorare i vicini... Do un bacio a mia sorella e decido comunque di partire, lasciando il paese per strada a contemplare il proprio panico.
Giunta a Popoli mi rendo conto che la strada per l'Aquila è bloccata, a causa dei piloni dell'autostrada che la sovrastano e che risultano pericolanti. Non mi resta altra scelta che passare per Bussi. Lì incrocio un'automobile con megafono in cui alcuni vigili urbani tentavano di rassicurare la popolazione, dicendo che il comune non aveva assolutamente ordinato l'evacuazione e che era tutto sottocontrollo....
In pratica è successo che qualche pazzo ha messo in giro la voce che la protezione civile aveva ordinato l'evacuazione di tutti i paesi nel raggio di 60 km da l'Aquila.... Non c'è limite all'idiozia umana....

La statale 17 ancora una volta mi accoglie, e durante il viaggio mi mostra tutti i paesi che avevo incontrato pochi giorni prima, in una veste diversa: in pezzi.
Già di fronte alle prime macerie sento un nodo fortissimo alla gola... fortunatamente dopo poco tempo arrivo a destinazione.
A Barisciano si respira un clima molto tranquillo. S., l'amica che mi aspetta, mi accompagna direttamente nella tendopoli dove ci apprestiamo a dare una mano alla protezione civile nell'allestimento delle tende. E' un pomeriggio sereno, nonostante tutto... pochi abitanti più curiosi che altro si avvicinano e chiedono informazioni, alcuni offrono un buon bicchiere di vino ai volontari. La maggiorparte proviene dal nord Italia, e tutti mi sorridono dicendomi quanto sono contenti di trovarsi lì ad offrire il loro aiuto. Io mi sento sollevata, perchè ho potuto apprezzare di persona l'impegno e la passione che queste persone mettono nel loro lavoro. Al di là delle polemiche politiche ci sono persone che scelgono di lasciare le proprie famiglie per andare a soccorrere degli sconosciuti a centinaia di chilometri di distanza, e di fronte allo schifo quotidiano che affrontiamo, basta questo per donarti una nuova sicurezza, e farti sperare in un futuro migliore.
Il problema è che in Italia siamo sempre pronti a correre in aiuto, ma siamo totalmente incapaci di prevenire....
E' quasi genetico, non riusciamo a sistemare tutto affinchè le sciagure non accadano, ma poi siamo eccellenti nel cercare di risolvere i casini che abbiamo noi stessi creato...
Ad ogni modo, verso le 7 di sera mi accorgo che è in pratica tutto pronto. Chiedo un po' in giro se serve altro aiuto, ma mi viene risposto che bisogna solo aspettare la popolazione che arrivi a prendere posto nelle tende, e per quello c'è già abbastanza personale... Decido così di tornare a casa, per non iniziare ad essere d'intralcio...
Alle 19:42 mi trovo di nuovo a Popoli, quando l'automobile sembra impazzita per qualche istante, si muove da sola in direzione perpendicolare al moto, il sangue si gela nelle vene... E' un'altra scossa.....
Corro a casa accompagnata dagli allarmi delle automobili che urlano impazziti come sirene durante i bombardamenti. Nuovamente in paese sono tutti in strada, la gente ha il terrore sui volti, nessuno vuole tornare dentro.... Mi raccontano che nel momento in cui Carmelina è stata riportata a casa sua c'è stata la nuova scossa... Brividi....
Quanti ragazzi vittime di questo sisma.... e chi pagherà per questo???? Forse nessuno, come sempre in Italia...
Gli studenti universitari sono martiri. Vivono dovunque al limite della decenza, accontentandosi di catapecchie dove nessuno dovrebbe vivere, pagando cifre assurde a padroni di casa che non cacciano un soldo neanche per ritinteggiare i muri.... Perchè paghiamo tasse assurde per studiare, prezzi assurdi per vivere vicino alla nostra Università, per mangiare, su di noi si fonda l'intera economia di intere città... eppure... dobbiamo anche morire per questo!!!
Morire per poter studiare, morire per la speranza di un futuro migliore.....
E chi pagherà????
Ora arriveranno i soldi per la ricostruzione, ma i soldi andranno anche a quei padroni di casa che affittavano case indecenti a cifre impossibili senza un minimo di manutenzione, ma chi ripagherà quelle famiglie devastate dalla perdita dei propri figli?

Basta, spero solo che giustizia sia fatta, in nome di tutte le vittime...

Questa notte non ce la faccio a dormire in casa, ho bisogno di riposo.... E' da venerdì che non dormo, in casa sono troppo sotto tensione.... inoltre domani è il giorno del primo funerale...

Quando torneremo ad addormentarci serenamente?

martedì 14 aprile 2009

L'Aquila 06.04.09 - diario di un'apocalisse –03- un giorno assurdo

Raiano, 06 Aprile 2009
A due ore dalla scossa, le notizie erano ancora estremamente imprecise:

-Purtroppo, da diversi comuni dell'aquilano si segnalano vittime. Impossibile, per ora, un bilancio. La Protezione civile conferma: ci sono morti-
Alle 06:50 le vittime accertate sono solo 9, dopo un'ora per i carabinieri ci sono 16 morti e 30 dispersi.... Alle 09:10 iniziano ad arrivare le prime notizie da Onna, si parla del 50% di case crollate... Alle 11:25 una sopravvissuta intervistata da Sky ci mette di fronte alla realtà: ''Il terremoto ha distrutto tutto quello che c'era intorno a noi, case vecchie e nuove. Paesi interi non esistono più, siamo in ginocchio''.
Le ore passano, ma ci vuole un po' di tempo prima che tutti prendiamo coscienza della reale entità della tragedia. Ognuno di noi ha avuto la sensazione di stare per morire, ognuno di noi ha pensato che tutto ciò che stava accadendo riguardasse solo noi stessi, che fossimo i protagonisti di un dramma che forse aveva colpito solo noi. Ora invece non c'è alcun dubbio: è un incubo di proporzioni enormi.

I primi sopravvissuti iniziano a ritornare in paese e con loro i racconti di distruzione e terrore.... Intanto ancora nessuna notizia di Enza e Carmelina...

La croce che sovrasta la chiesa nel nostro paese è pericolante, un palazzo ha delle lesioni, l'interno di una casa è distrutto, ma la situazione non sembra grava.
La strada che collega Raiano a Molina Aterno è chiusa, le nostre montagne hanno lasciato cadere dei grossi massi lungo la sede stradale.
Le notizie riguardanti i paesi vicini non sono positive. Goriano Sicoli, 7 km da Raiano, è semi distrutto, molte case inagibili, la chiesa di Santa Gemma sembra essere spaccata in due, il campanile sembrava aver subito una torsione....

E come lui moltissimi altri borghi..

Mio padre resterà tutto il giorno in giro a prestare servizio come protezione civile.
Il pranzo, come si può immaginare, è alquanto anomalo, ma a dispetto della paura mangiamo: sarà per accumulare riserve in caso di sciagura ancora più grande?
Continuo a monitorare facebook, e gli appelli per avere notizie dei dispersi si moltiplicano. Alle due e mezzo circa del pomeriggio arriva una telefonata. E' mia zia, che con la voce rotta mi chiede di passarle mia madre... io ingenuamente chiedo: - che hai fatto zia, sei raffreddata???- sarà che in quei momenti si è instupiditi dalla brutalità dell'evento..
Mia madre prende la cornetta del telefono, e iniziano esclamazioni di dolore... immediatamente capisco: Carmelina.
Carmelina è più piccola di un anno rispetto a me. E' coetanea di M., un'altra mia cugina del paese, quasi una sorella. M. ed io da piccole andavamo spesso a giocare a casa di Carmelina, viveva di fronte al bar dei nostri genitori, quindi possiamo dire di essere cresciute assieme. Con gli anni poi ti perdi di vista, ma in un paese di 3000 abitanti è difficile perdere i contatti, per cui alla fin fine mi ritrovavo spesso a chiacchierare con Carmelina e le vecchie amiche del paese... Il suo sorriso dolce e sempre pronto ad aprirsi per la gioia di tutti coloro che la guardavano, è il ricordo più bello che ho.
Carmelina, orgoglio della famiglia, si è laureata a Novembre, e in tutto il quartiere non si faceva altro che parlare di queste figlie cresciute assieme che una ad una raggiungevano il successo degli studi. Mi racconta mio padre che fino alla scorsa settimana il papà di Carmelina, quando lei era in paese, veniva sempre di mattina al bar a comprare i cornetti per colazione: - E' tornata Carmelina!- diceva con gli occhi che si illuminavano mentre pronunciava il nome della figlia. Domenica 05 Aprile è stato lui stesso ad accompagnarla a l'Aquila, Carmelina era spaventata dalle continue scosse che ormai da tre mesi tormentavano il capoluogo abruzzese, ma non poteva sempre perdere le lezioni del lunedì....
Nelle prime ore notturne Carmelina ha avuto paura a causa delle 2 scosse che si sono succedute alle 22:48 e alle 00:40, per questo si è rifugiata a casa di Matteo, il suo amore... E lì, alle 03:32, le loro vite sono state spezzate dal crollo della casa in cui dormivano.... Chi l'ha vista dopo, dice che Carmelina sembrava dormire, era nella stessa posizione in cui era solita addormentarsi...
Carmelina, io spero davvero che tu non ti sia accorta di niente, che hai continuato a dormire accanto al tuo amore, che hai continuato a sognare al tuo futuro assieme a Matteo, spero che entrambi ora riposiate assieme, uniti in un abbraccio eterno....
Anche casa di Carmelina è crollata, per cui è stato meglio così, che non abbiano affrontato il terrore da soli, che lei abbia chiuso gli occhi accanto al suo amore, e che si siano addormentati l'una nelle braccia dell'altro....

Dopo aver appreso questa notizia sono uscita fuori casa, ho preso la macchina e ho fatto un po' di giri, i miei amici, D., mia nonna....
Le persone già nel pomeriggio hanno iniziato a dare segni di panico.... e da allora non hanno mai smesso...
Intanto di Enza non si sa ancora niente...

Ritorna la notte, e con essa tutte le paure sono amplificate... Mia sorella è visibilmente scossa, come tutti del resto. A. ha quasi 16 anni, ed è una ragazza estremamente sensibile, per cui tutta questa storia l'ha colpita e sconvolta profondamente. Decidiamo di dormire assieme nel divano letto della sala, a piano terra. Passiamo la serata a guardare i notiziari sul satellite, ormai siamo arrivati tutti ad un punto di angoscia talmente elevato, che anche le notizie più terribili non ci scuotono più. Ci addormentiamo non troppo tardi, considerando che è dalle tre e mezzo del mattino che siamo sveglie, ed in piu' io ho due notti insonni alle spalle.
Io mi sento responsabile per mia sorella, lei ha paura perchè la prima scossa non l'ha sentita, per cui teme di non svegliarsi in tempo nel caso di altre scosse forti. Io la rassicuro, e cerchiamo di prendere sonno strette l'una all'altra.
Ma ecco che all'01:15 una nuova scossa scuote la casa. Io mi sveglio immediatamente, e istintivamente cerco di svegliare anche A., ma nel momento in cui lei inizia a svegliarsi la scossa termina per cui le dico di non preoccuparsi e tornare a dormire. Io però sono a pezzi.... nell'attimo in cui passa il panico del momento inizio a tremare da capo a piedi, non riesco a fermarmi... Mia sorella si sveglia definitivamente, impaurita dal tremore: crede sia il terremoto, io le spiego che è il mio corpo che scarica così la tensione, ma la paura è tanta ancora per cui A. inizia lentamente a piangere.... Chiamo mia madre, le chiedo di stare un po' con noi, almeno per ritrovare assieme la calma....
Anche questa notte non si dormirà, e passiamo le ultime ore prima dell'alba a guardare i notiziari in tv....
Non ci sono parole, non ci sono lacrime di fronte a tanta violenza.....

L'Aquila 06.04.09 - diario di un'apocalisse - 02- la mattina di lunedì

Raiano, 06 Aprile 2009

Quando A. mi disse che non riusciva a contattare i nostri amici a l'Aquila, immediatamente la mia mente tornò al sogno che stavo facendo pochi attimi prima del sisma: sognavo P., la ragazza che si trovava a l'Aquila il giorno della scossa, che doveva sostenere un esame di ammissione ad una facoltà de l'Aquila, non ricordo quale, e l'esame consisteva nella creazione di un quadro... Ebbene nel mio sogno lei aveva dipinto un autoritratto molto particolare... il risultato è stato che nell'istante esatto in cui prendevo consapevolezza di trovarmi nel mezzo di un terremoto, avevo di fronte solo la sua immagine, l'immagine di P. che mi guardava dal quadro...
Non so cosa significasse quel sogno, ma mi lasciò comunque in uno stato di inquietudine profondo, anche ora che ci ripenso, a distanza di giorni....

Tornando a quel maledetto lunedì... le notizie continuavano ad arrivare sempre più frequenti, l'angoscia cresceva di fronte alle immagini delle devastazioni, e intanto internet appariva sempre più come uno strumento essenziale in questi casi.... tramite facebook si riusciva a fare una "ricognizione" di amici e conoscenti, per scoprire se stavano tutti bene....
E proprio su facebook si scopre che all'appello manca una ragazza, Carmelina...
Mio padre inizia un andirivieni tra casa e il paese, fa il giro anche dei paesini attorno, per valutarne le condizioni... Il mio primo pensiero è che ora, in quanto membro della protezione civile comunale, verrà inviato nelle zone terremotate, invece lui e gli altri membri del gruppo vengono reclutati per monitorare le strade attorno al paese, in cui già si notano alcuni crolli.
A metà mattinata decido di lasciar perdere i mezzi di comunicazione e recarmi a Sulmona, in visita a mia nonna ricoverata in ospedale. L'ospedale è alquanto in agitazione, bisogna liberare i posti per far spazio ai feriti de l'Aquila. Già, perchè il famoso ospedale San Salvatore, fiore all'occhiello del capoluogo abruzzese, nonostante sia stato inaugurato neanche dieci anni fa, risulta al 90% inagibile...
quando circoleranno le prime immagini si vedranno a pezzi addirittura i punti di congiunzione tra la trave e il pilastro...!!!!!!
Mia nonna è agitata, ha paura.. Quando arrivò la scossa, l'infermiera che assisteva la sua compagna di stanza scappò, lasciandole sole nel panico.... Lei ha aspettato la fine del sisma e poi è uscita, ma è rimasta come traumatizzata...
Dall'alto dei suoi quasi 85 anni mi dice che questo è stato in assoluto il terremoto più forte della sua vita, e ancora non immagina quanti danni ha provocato....
Passo circa un'ora con lei, consolandola e cercando di distrarla, le prometto di tornare nel pomeriggio e chiedo alle infermiere di poter entrare anche fuori dall'orario delle visite...

Mentre sono in viaggio di ritorno verso Raiano mi chiama mia cugina, che vive in un paese più vicino a Pescara chiamato Tocco da Casauria... è molto difficile riuscire a comunicare via telefono mobile perchè le linee sono sempre occupate. Mi chiede come sta nonna, e mi racconta che non sa ancora niente di molti suoi amici... anche Enza, la sua vicina di casa, una ragazza dolcissima che incontravo ogni volta che andavo a far visita ai miei zii, è tra i dispersi....

Passano le ore, e l'angoscia cresce di minuto in minuto..... chissà se ce l'avranno fatta anche loro a salvarsi... e intanto aumenta la paura per le scosse di assestamento....

L'Aquila 06.04.09 - diario di un'apocalisse - 01 - l'inizio -



Raiano, notte tra il 5 e il 6 Aprile 2009 ore 03:32


Un gigante sta scuotendo la mia casa, c'è un frastuono di vetri, legno, ferro e rumori indefiniti che urlano assieme come fossero parte di un'orchestra surreale....

Tutto oscilla, tutto è in balia di questa forza oscura che sembra accanirsi con violenza e sadismo su ogni oggetto che intralcia il suo cammino. Rumori di cose infrante....

Senza rendermene conto mi ritrovo a cercare faticosamente di nascondermi sotto il letto e lì, anche se mi sento più al sicuro, provo sensazioni ancora peggiori... distesa sul pavimento entro in comunione con la struttura, e oscillo assieme ad essa, un magico dondolo che sembra non avere mai fine....

22 interminabili secondi... hai tutto il tempo di pensare di stare per morire, hai tutto il tempo di urlare ai tuoi cari di mettersi al riparo, e pregare che non succeda loro niente...

mio padre esce dalla sua stanza al piano di sotto. Chiama me e mia sorella per sapere se stiamo bene. Forse non si accorge che la casa sta ancora oscillando-penso io- ....-Papà vattene mettiti al riparo!!!!-... urlo con tutto il fiato che ho in gola.. intanto il cuore, il mio cuore forse un po' malato, il mio cuore che secondo la cardiologa uso troppo, filtrando attraverso di esso la mia vita intera, batte furiosamente, cerca di scappare dalla mia gola....

ecco ora sembra finito, aspetto qualche secondo ed esco...

Giù! Corro all'impazzata lungo la prima rampa di scale, poi la seconda, il poco fiato che mi era rimasto durante la scossa, lo esaurisco nella mia folle corsa...

Mia madre mi urla di smetterla di correre come una pazza, già la casa trema, ci manco solo io a farla tremare ancora di più....

Dieci secondi per recuperare la razionalità. Squilla il telefonino, è D., vuole sapere come sto, se stiamo tutti bene, se ho avuto paura.... Lui sta un po' meglio, ma è un po' scosso, mi dice - spero che l'epicentro sia qui, perchè se è stato a l'Aquila, l'ha rasa al suolo...- io tremo a queste parole, ma fiduciosa mi ripeto che va tutto bene, del resto anche noi è da un po' di tempo che avvertiamo scosse a Sulmona...

Immediatamente accendiamo tv e computer, tutto tace.... Solo Rai News 24 su Sky inizia a dare qualche notizia frammentaria... "Terremoto a Roma..." "Panico nella capitale.." Io inizio a bestemmiare di fronte alla visione roma-centrica dei nostri media.... Dopo un'oretta circa ecco la seconda scossa, molto piu' debole della prima, ma sufficente a far sobbalzare i giornalisti...

Finalmente qualcuno inizia a rendersi conto che il terremoto non era a Roma, ma in Abruzzo, probabilmente l'Aquila, visto che da tre mesi era scovolta da scosse più o meno lievi.

Forse c'è un morto, forse è crollata una chiesa, nessuno sa niente di preciso... 4 bambini sono arrivati al San Salvatore, l'ospedale de l'Aquila, e lì sono morti in seguito al crollo della loro casa....

Ora c'è in collegamento un assessore del comune de l'Aquila con Rai News 24, piazza Duomo è gremita di gente, ci sono dei feriti, ma non ci si rende ancora conto di quel che è....

Ed ecco le prime immagini girate quando è ancora buio: una casa completamente sbriciolata....il tetto a livello del terreno....

pian piano la gravità dell'evento viene alla luce...

tento di collegarmi con il sito dell'INGV per avere qualche notizia sul sisma, ma il sito sarà aggiornato solo più tardi, e intanto su internet si rincorrono notizie piu' o meno attendibili....

La notte ancora una volta nasconde agli occhi la realtà... nessuno immagina cosa sia accaduto realmente, siamo tutti in balia dell'ignoranza....

Nel frattempo mi accorgo di indossare ancora la camicia da notte, bianca, e di pizzo, semitrasparente.... non mi sembra l'abbigliamento adatto alla situazione e corro a cambiarmi. Tutto in pochi secondi, per evitare che un'altra scossa mi colga semi vestita nella mia stanza al terzo piano.

Mio padre esce, vuole controllare la situazione del paese, del resto è impossibile tenerlo fermo in queste situazioni...

Nel frattempo arrivano A. e R., anche con R. il caso ha giocato un po'.. Lui, romano, era venuto a trascorrere il weekend con A. e il caso ha voluto che lui decidesse di restare anche domenica notte in Abruzzo... ed eccolo qui, anche lui con la paura negli occhi, ad accompagnare A. nei suoi giri di ricognizione di amici e parenti. Siamo tutti visibilmente scossi, in quel momento A. mi riporta sulla terra: - non riesco a contattare i nostri amici a l'Aquila-.... Immediatamente realizzo che nel capoluogo studiavano tanti nostri amici e conoscenti, e che se noi ce l'eravamo vista brutta, loro sicuramente se l'erano vista tremenda... prendo il telefono e chiamo P. ....squilla.... -pronto!!- e fortunatamente la sua voce giunge al mio orecchio, è scossa, impaurita, ma sta bene. Lei e le sue coinquiline si sono rifugiate in auto, nel parcheggio davanti casa, e aspettano le luci del giorno per capire cos'è successo.. non hanno ancora sentito gli altri... A. mi rassicura dicendo che alcuni li aveva sentiti lei e stavano bene... e si continua a ringraziare non so chi per queste belle notizie...

Ormai siamo giunti quasi alle 6 di mattina... il sole sta sorgendo, e la sua luce solitamente salvifica, solleva il velo su tutta la morte e ditruzione che ricopre l'Aquila e paesi vicini...

Quello che tutti temevamo da un po' è successo, ma forse ancora non siamo consapevoli a pieno della sua reale entità...

L'Aquila 06.04.09 - diario di un'apocalisse –premessa: il ritorno da Viterbo-

Viterbo, 5 Aprile 2009
D. è venuto a trovarmi a Viterbo, questo weekend, ma tutti i propositi di passare un fine settimana "romantico" sono miseramente falliti, già da venerdi' ha iniziato con la febbre... Oggi, domenica, dopo 2 notti con febbre oltre 40, l'ho portato in ospedale, e fortunatamente si è scoperto aveva solo una terribile tonsillite, guaribile in 7 giorni con una bella dose di punture quotidiane..
Punture??!!!! e chi le sa fare???
Da li' la decisione: oggi pomeriggio lo riporto in Abruzzo, imbottito di paracetamolo.
In realtà sarei dovuta tornare a casa solo mercoledì, a lezioni finite, ma il caso ha voluto che tornassi domenica....
Ci mettiamo in viaggio nel pomeriggio, 3 ore in automobile attraversando l'appenino: Orte...Terni....Rieti.... e poi con gioia saluti il Gran Sasso, che ti accoglie maestoso offrendo sua figlia, l'Aquila, al tuo sguardo entusiasta.
Per me è sempre stato meraviglioso il rientro in Abruzzo, quando vivevo in Danimarca, poi a Forlì, poi per un breve periodo anche Roma, ogni volta che giungevo alle mie Montagne il cuore sobbalzava....
Ora viaggio con D. febbricitante accanto, giunti a Sella Di Corno lo rincuoro: <> la SS 17 ci accompagna attorno l'Aquila, e sono felice di ritrovare i nomi così famigliari: Bazzano, Paganica, San Gregorio con il suo pane meraviglioso, Poggio Picenze, Barisciano, Castelnuovo, e infine, oltrepassati Civitaretenga, Navelli e San Benedetto in Perillis ecco le famose "curve" di Popoli, un insieme di tornanti e discese che ti conducono al confine tra la Val Pescara e la Valle Peligna.
D. ormai non parla più, la febbre dev'essere molto alta, si allarma solo un paio di volte quando si accorge che sto lanciando la macchina in un sorpasso, ma poi la febbre ha il sopravvento, e torna nel suo stato di semi-veglia.
Infine giungiamo a Pratola Peligna, il suo paese, e stanca dopo 2 notti insonni a fare l'infermiera, e 3 ore filate di viaggio, lo lascio alle cure dei genitori.
Suo padre mi accompagna a casa, dato che per il viaggio avevamo usato la macchina di D., ed io sono felice di ritrovare ancora una volta Raiano, il mio piccolo paesello protetto dai monti….

Passo l’ultima parte della giornata tra l’ospedale (mia nonna era ricoverata per alcuni controlli) e saluti vari agli amici, e poi finalmente eccomi nel rifugio….

La mia stanza è la mansarda al terzo piano di casa mia, una villetta a schiera abbastanza semplice nella periferia del paese. Da dieci anni ormai colleziono ogni sorta di “cianfrusaglie” che puntualmente si accumulano o sulle superfici, o appese ai muri…. Al centro della stanza troneggia il lampadario della mia bisnonna, con tutti cristalli in vetro scuro che tintinnano ad ogni folata di vento….

Ecco ora è arrivata la stanchezza… è da venerdi che non dormo come si deve…. Finalmente stasera il mio fantastico letto in rosso mi accoglierà di nuovo, pulita e profumata dopo una doccia distensiva, è così bello sognare tra i profumi…..

L'Aquila 06.04.09 - diario di un'apocalisse

Anche se, fortunatamente, il mio paese non ha avuto danni ingenti o devastazioni pari a l'Aquila e ai paesini intorno ad essa, anche qui si vivono attimi di angoscia e panico che ormai durano da quasi una settimana. Per questo motivo ho deciso di scrivere un diario, breve, poche righe per raccontare al mondo una piccola testimonianza di questi giorni al limite del normale....
Mi scuso per l'imprecisione di alcuni dati, per le incongruenze possibili di orario, ma sto cercando di ricostruire tutto, ed è trascorso più di una settimana, abbiate pazienza....

Dopo ogni fine c'è sempre un inizio....

E' da tanto ormai che penso e ripenso all'opportunità di avere un blog....
Ho sempre amato scrivere, ma come tanti ho sempre sottovalutato le mie opere, se a torto o a ragione non sta a me decidere...
Questa voltà pero' è stato il Destino (è strano per me "pronunciare" questa parola) a scegliere per me, come, ripensandoci, è accaduto spesso nella mia vita.

Non ho voglia di parlare molto di me stessa, il bisogno che sentivo in questi giorni era comunicare a voi tutti gli stati d'animo, le emozioni, le paure, di chi vive a pochi chilometri da l'Aquila, e in questi attimi al limite dell'assurdo, tenta disperatamente di ricreare una vita normale.
Magari, se tutto finirà bene, questo blog potrà continuare ad essere uno specchio del mio caos, e magari ospiterà pensieri più leggeri... più sereni... come spero li abbiano presto tutti i miei conterranei, e chi come noi, continua a soffrire...

Buona lettura, e perdonatemi le incongruenze, gli errori grammaticali, le frasi poco comprensibili... non voglio scrivere un romanzo nè un'opera letteraria, sto cercando solo di scrivere un diario, e per limitare al minimo la "falsificazione" dovuta alle continue revisioni, ho scelto di pubblicare ciò che scrivo di getto, tentando sempre di conservare il massimo rispetto dell'italiano!!!

Infine, non ho idea della frequenza con cui potrò pubblicare il mio racconto, intanto offro ai vostri occhi alcune pagine già scritte, e già pubblicate altrove, per il resto sto cercando di rimettere insieme gli avvenimenti degli ultimi 7 giorni, e spero che presto siano anche loro parte della grande rete...

Grazie degli istanti che mi dedicherete, anche se la situazione è alquanto precaria sono fiduciosa di riuscire a tenervi aggiornati su questa assurda storia,

buon tutto!