Tornata sabato sera da Viterbo, il lunedi mattina sono partita per l'Aquila. Mi aspettavano 2 giorni di volontariato, con Legambiente, nel campo di accoglienza allestito alla stazione. Gli ospiti dormono sui treni, nelle cuccette, inizialmente arrivavano anche ad 800, ma ora sono "solo" in 200 circa. Ad accompagnarmi fino al pomeriggio 3 miei amici, pochi ma buoni. Alle 8 e 30 siamo già operativi: pulizia della cucina e della mensa dopo la colazione. La mensa e la cucina sono quelle solitamente usate dai ferrovieri. La struttura sembra aver tenuto bene all'interno, anche se all'esterno una vistosa crepa taglia dall'alto in basso la parete.
Il caldo inizia a farsi sentire, preannunciando i giorni di inferno che aspettano chi è già in difficoltà.
A quest'ora non c'è molta gente in giro, chi ha ricominciato a lavorare per sua fortuna ha lasciato il campo, i bambini sono a scuola e chi resta è intento a sistemare i pochi averi, o semplicemente siede all'aperto chiacchierando o guardando il vuoto.
Oramai sono preparata alle immagini angoscianti di quel che resta della città, però fa sempre effetto uscire dalla stazione e trovarsi direttamente in mezzo alle macerie: le 2 case immediatamente di fronte sono ridotte ad un cumulo di macerie.
In cucina c'è molto da fare, i cuochi sono già all'opera per preparare il pranzo, e farlo per 200 persone non è cosi semplice..
Finalmente arrivano gli altri volontari di Legambiente, e ci si divide i compiti: un gruppo andrà sui treni a rimuovere le lenzuola monouso sporche e lasciare il sacchetto di quelle pulite, gli altri resteranno a dare una mano in cucina.
Io andrò sui treni. Nonostante siano appena le 9 del mattino il sole batte implacabile. L'Aquila è famosa per essere una delle città più fredde in inverno, ma non tutti sanno che in estate invece diventa una fornace ardente. Ed in questo maggio dal clima impazzito, il sole picchia come se credesse di essere in Agosto.
Con i sacchi pieni di lenzuola pulite seguo i miei amici che intanto ritirano quelle sporche, e passando dò un'occhiata agli alloggi. Dev'essere tremendo passare un'estate intera qui dentro, aria stantia, letti claustrofobici, finestre minuscole e caldo...tanto caldo.... Eppure bisogna quasi sentirsi riconoscenti...
Sapete che il campo della stazione è considerato il "Grand Hotel" dei campi di accoglienza? Dicono per via delle sistemazioni "al chiuso" e per la buona cucina. Io so solo che anche lì i volti della gente tradivano sconforto e desolazione. A questo punto chi ha potuto è andato via dai campi, a casa di amici, in casa propria, da parenti... chi è rimasto è chi non ha più nulla o è semplicemente solo... Una coppia di mezza età siede sulla panchina di fronte alla cucina, e guarda alcune case dall'altra parte dei binari. A me sembrano abbastanza integre... in realtà quella è casa loro, mi spiegano, appare integra all'esterno, ma in realtà dentro è devastata, non è rimasto più nulla... Le pareti hanno resistito grazie al "cappotto" che avevano messo per isolare meglio l'abitazione.
Finito il lavoro sui treni torno in cucina, dove tutti sono indaffaratissimi, perchè alle 12 si serve il pranzo! Qui i pasti sono ottimi, si puo' scegliere tra 2 primi e 2 secondi diversi, con tanto di contorni frutta e dolce quando va bene, nonchè un buon bicchiere di vino, che sembrano tutti apprezzare. Per il pranzo torna anche qualcuno che è andato fuori a lavorare, e tutti si trovano stretti nei tavoli costretti a fare i turni perchè la mensa non puo' accogliere 200 persone..
Vi immaginate cosa vuol dire la convivenza forzata fianco a fianco per mesi a condividere tutto con più di 200 sconosciuti? La stanchezza è evidente sul volto di tutti...
Finito il pranzo alle 14 abbiamo mangiato noi volontari. Prima di tornare a mettere in ordine mi sono fermata a chiacchierare fuori dalla mensa con qualche ospite. Avevo notato che il dolce non era stato gradito da tutti. Si trattava della tipica colomba di Pasqua che, supponevo io, probabilmente mangiavano da un mese. Lo chiedo a qualcuno, che mi conferma quanto pensavo, e aggiunge: <
E' questo il timore più grande ora: passare un anno senza casa, prima vittima del terremoto e poi vittima delle vane promesse di una classe dirigente che ha preferito sfilare in passerella, invece di dare certezza alle persone.
Quello che riportavano i media, riguardo alla soddisfazione delle persone è assolutamente falso: qui si vive di giorno in giorno con il terrore di restare accampati per anni e con la certezza di aver perso tutto e il dubbio di essere stato preso in giro...
Ad ogni modo la mia gente è forte, e tutti cercavano di guardare al futuro e darsi da fare nel presente, ma con il sorriso.
A sera, quando ormai eravamo sfiniti dopo 12 ore di lavoro ecco arrivare alcune donne ospiti del campo, che ci strappano letteralmente straccio e spazzolone dalle mani e iniziano a pulire intimandoci di riposare. Ed ero felice di vedere che anche in queste situazioni c'è sempre qualcuno che non si abbatte mai ed anche se ha perso tutto prova a dare una mano al suo vicino, rendendosi utile...
Ho fatto una passeggiata lì attorno, ma era angosciante il silenzio... Da quello che un tempo era il centro vitale della città non proveniva alcun suono, ed il buio avvolgeva tutto... Solo le auto delle forze dell'ordine preposte al posto di blocco verso il centro cittadino, davano un po' di vita alle strade vuote, il resto era come addormentato... (stavo per scrivere morto, ma è un'idea che rifiuto, sperando sempre nella resurrezione a breve della città!)
Alle 23 ero distrutta, così poco dopo decisi di andare a letto, nella mia cuccetta, dove appena entrata sono crollata in un sonno profondissimo e senza sogni.
Alle 7 ero già in piedi, colazione e di nuovo al lavoro. C'è stato da ridere quando una volontaria è tornata paonazza in volto raccontando che uno dei carabinieri che lavora nel campo, alla vista delle 2 lavatrici appena montate ha deciso di provarle mettendoci dentro la divisa: siccome non c'era ancora il detersivo ha pensato bene di metterci il bagnoschiuma, ed ora stava fermo in mutande di fronte alla lavatrice chiedendosi come mai dopo 4 lavaggi c'era ancora tutta quella schiuma che veniva fuori...!!!!
La giornata trascorre tranquillamente come la precedente, il caldo torrido aumenta, e con esso la fatica... in compenso le scosse si fanno sentire di meno, e per risollevare un po' gli animi provo ad invitare piu' persone possibile alla sagra delle Ciliege, che si terrà il 14 Giugno nel mio paese. Sarà suggestione, ma nei loro occhi ho visto un po' di serenità in quel momento, mi sono sembrati felici... ed hanno promesso che sarebbero venuti.
Io lo spero, come spero che ci saranno sempre piu' occasioni per svagare la mente in attesa del miglioramento definitivo della situazione.
In cuor mio intanto ringraziavo le migliaia di volontari che da ogni parte d'Italia e oltre erano giunti a l'Aquila a portare un paio di braccia e un sorriso e una parola di conforto. Grazie a loro e alla forza della mia gente, sentivo che una rinascita era possibile, cio' che mi riabbatteva però, era il pensiero dell'immensa speculazione politica che si sta perpetrando sulla tragedia.... ma tanto per ribadire una frase super abusata: "non può piovere per sempre", e non permetteremo che dalla tragedia si passi all'apocalisse...
*gds = giorni dopo il sisma
"qui si vive di giorno in giorno con il terrore di restare accampati per anni e con la certezza di aver perso tutto e il dubbio di essere stato preso in giro..." queste parole mi hanno davvero fatto riflettere!
RispondiEliminaUn grazie speciale a te e ai tuoi colleghi volontari.
quando ho saputo del terremoto ero a Londra, dove vivo tuttora e credimi l'immagine che è passata all'estero eè che gli sfollati stavano nelle stanze di un grand hotel... felici e contenti.
Scandaloso non credi?
Clelia
Cara Clelia, purtroppo non solo a Londra è passata quest'immagine, ma in tutta Italia!! E' quello che vuole il Governo, e anche le forme autoorganizzate ed indipendenti di informazione non riescono da sole a far emergere dovunque la verità.... Ti giuro che negli occhi delle persone non vedi lo sguardo di "vacanzieri" contenti o cittadini speranzosi soddisfatti dello Stato... Vedi piuttosto uno sguardo vuoto, assente nella maggior parte dei casi, vedi gli occhi della rassegnazione e della rabbia, le luci del dolore... E la situazione è sempre più critica, perchè chi ha potuto è tornato nelle case, ma nelle tendopoli è rimasto chi non ha davvero più niente, ed in alcuni casi è costretto a vivere quasi una vita "sotto regime", come in una specie di dittatura...
RispondiEliminaE ieri sera c'è stata una nuova forte scossa, e la paura aumenta, e l'incertezza regna sovrana...
Grazie a te per aver dedicato qualche attimo del tuo tempo a questa lettura, e spero appena tornata a casa di potervi dare notizie migliori... un bacione!