giovedì 16 aprile 2009

L'Aquila 06.04.09 - diario di un'apocalisse –04- i primi sciacalli

Raiano, 07 Aprile 2009

Dopo l'ennesima notte insonne, lascio il letto molto presto per iniziare, si spera, una giornata migliore. Questa mattina devo tornare in ospedale da mia nonna, per riportarla a casa, o meglio a casa di mia zia, visto che non è il caso che stia da sola...
Prima di partire per Sulmona, passo a salutare mia madre a lavoro, e lì al bar incontro la madre di una ragazza della mia età che vive nel paese accanto: "Sai che S. è da ieri a l'Aquila? Sta aiutando la protezione civile a montare le tende". Immediatamente le chiedo se serve altro aiuto, da ieri mi sto frenando per prendere la macchina e partire verso le tendopoli, ma non l'ho fatto per evitare di intralciare i soccorsi.... Ottengo il numero della ragazza, che mi risponde subito al telefono ringraziandomi per l'offerta di aiuto e promettendomi di avvertirmi nel caso in cui avessero avuto bisogno.
Parto per Sulmona con la testa piena di pensieri.... in queste ore allo sgomento per la tragedia a volte si sostituisce la rabbia per chi su di essa sta lucrando, come il presidente del Consiglio, che ha subito iniziato la sua campagna elettorale promettendo aiuti a destra e a manca sfilando in passerella....
Guido come sotto ipnosi, lancio l'auto cercando di far evaporare i miei pensieri attraverso la velocità.... Tra la stanchezza e l'angoscia, mi stupisco della mia resistenza fisica....
Infine arrivo all'ospedale, è quasi mezzogiorno, sono puntuale, e nonna già mi aspetta seduta davanti alla porta della sua stanza....
Ma in questi giorni le dimissioni sono tante per far posto ai feriti de l'Aquila, e devo attendere un'interminabile ora prima di poter riportare a casa nonna.
Nel frattempo arriva un sms: la ragazza che ho contattato questa mattina mi chiede se voglio andare a Barisciano, un paese a sud de l'Aquila ad aiutarli a montare le tende.
Entro in agitazione, vorrei partire immediatamente ma sono bloccata in ospedale con nonna, che saputa la notizia, si agita anche lei cercando di trattenermi:"ma stai tranquilla, anche qui stai facendo una buona azione, ti occupi di me..!!!" Cara nonnina...
Finalmente riusciamo a tornare a casa, e tento in tutti i modi di celare a mia nonna l'ansia che mi sta salendo, per non essere partita subito.... D'un tratto nonna mi sconvolge.
Lei, così tenace, così piena di vita, così solare... lei che ha cresciuto 3 figli e lavorato il giorno stesso in cui li metteva al mondo, lei che con una parola riusciva sempre a farti tornare il sorriso, e a farti gioire per ogni sciocchezza, si lascia sfuggire un gemito: "Ah, come vorrei andarmene...."
"Che vuoi dire nonna??" "Ora sono stanca, troppa sofferenza, troppo dolore... questo mondo non mi piace più...voglio andarmene...."
Queste parole mi gelano il sangue..... se lei di fronte alle immagini di questi giorni è arrivata a pensare questo, cosa ne sarà di noi tutti??
Di fronte a questo scenario di devastazione, mia nonna, forse per la prima volta nella sua vita, ha pensato che fosse meglio andar via da questo mondo piuttosto che sopportare oltre....
Io la rincuoro, con poche parole cerco di farle cambiare idea, lei mi ascolta, ma è come assente, penso sia meglio cambiare discorso...
Lasciata mia nonna corro a casa a cambiarmi, preparo il necessario pensando di restare fuori a dormire, e carico la macchina di coperte e vestiti da lasciare alla popolazione in caso di bisogno...
Saluto i miei genitori e mi metto in viaggio, ma dopo pochi minuti mi rendo conto di non aver saltato mia sorella, che, così sensibile in questi giorni, potrebbe soffrirne un po'...
Giro la macchina e torno verso casa, giusto in tempo per notare tutti gli abitanti del paese riversati in strada, la mia famiglia compresa: "Che è successo ma'?" - "Dicono che stanno evacuando i paesi" mi risponde mia madre quasi stizzita. Guardo i volti spauriti dei vicini, e mentre mi appresto a scendere dall'auto per saperne di più mi chiama G., un'amica che vive nel paese accanto: "Susa', non so se è vero, ma nel dubbio te lo dico: il marito della mia vicina l'ha chiamata dalla caserma dicendole di uscire subito da casa perchè è stata annunciata una nuova scossa più forte. Stanno evacuando Popoli e Bussi, conviene che resti fuori con tutta la famiglia". Di fronte al mio scetticismo G. reagisce con la logica del "prevenire è meglio che curare". Io la ringrazio comunque per l'avviso, e torno dai miei, che non credono assolutamente a queste voci ma restano fuori a rincuorare i vicini... Do un bacio a mia sorella e decido comunque di partire, lasciando il paese per strada a contemplare il proprio panico.
Giunta a Popoli mi rendo conto che la strada per l'Aquila è bloccata, a causa dei piloni dell'autostrada che la sovrastano e che risultano pericolanti. Non mi resta altra scelta che passare per Bussi. Lì incrocio un'automobile con megafono in cui alcuni vigili urbani tentavano di rassicurare la popolazione, dicendo che il comune non aveva assolutamente ordinato l'evacuazione e che era tutto sottocontrollo....
In pratica è successo che qualche pazzo ha messo in giro la voce che la protezione civile aveva ordinato l'evacuazione di tutti i paesi nel raggio di 60 km da l'Aquila.... Non c'è limite all'idiozia umana....

La statale 17 ancora una volta mi accoglie, e durante il viaggio mi mostra tutti i paesi che avevo incontrato pochi giorni prima, in una veste diversa: in pezzi.
Già di fronte alle prime macerie sento un nodo fortissimo alla gola... fortunatamente dopo poco tempo arrivo a destinazione.
A Barisciano si respira un clima molto tranquillo. S., l'amica che mi aspetta, mi accompagna direttamente nella tendopoli dove ci apprestiamo a dare una mano alla protezione civile nell'allestimento delle tende. E' un pomeriggio sereno, nonostante tutto... pochi abitanti più curiosi che altro si avvicinano e chiedono informazioni, alcuni offrono un buon bicchiere di vino ai volontari. La maggiorparte proviene dal nord Italia, e tutti mi sorridono dicendomi quanto sono contenti di trovarsi lì ad offrire il loro aiuto. Io mi sento sollevata, perchè ho potuto apprezzare di persona l'impegno e la passione che queste persone mettono nel loro lavoro. Al di là delle polemiche politiche ci sono persone che scelgono di lasciare le proprie famiglie per andare a soccorrere degli sconosciuti a centinaia di chilometri di distanza, e di fronte allo schifo quotidiano che affrontiamo, basta questo per donarti una nuova sicurezza, e farti sperare in un futuro migliore.
Il problema è che in Italia siamo sempre pronti a correre in aiuto, ma siamo totalmente incapaci di prevenire....
E' quasi genetico, non riusciamo a sistemare tutto affinchè le sciagure non accadano, ma poi siamo eccellenti nel cercare di risolvere i casini che abbiamo noi stessi creato...
Ad ogni modo, verso le 7 di sera mi accorgo che è in pratica tutto pronto. Chiedo un po' in giro se serve altro aiuto, ma mi viene risposto che bisogna solo aspettare la popolazione che arrivi a prendere posto nelle tende, e per quello c'è già abbastanza personale... Decido così di tornare a casa, per non iniziare ad essere d'intralcio...
Alle 19:42 mi trovo di nuovo a Popoli, quando l'automobile sembra impazzita per qualche istante, si muove da sola in direzione perpendicolare al moto, il sangue si gela nelle vene... E' un'altra scossa.....
Corro a casa accompagnata dagli allarmi delle automobili che urlano impazziti come sirene durante i bombardamenti. Nuovamente in paese sono tutti in strada, la gente ha il terrore sui volti, nessuno vuole tornare dentro.... Mi raccontano che nel momento in cui Carmelina è stata riportata a casa sua c'è stata la nuova scossa... Brividi....
Quanti ragazzi vittime di questo sisma.... e chi pagherà per questo???? Forse nessuno, come sempre in Italia...
Gli studenti universitari sono martiri. Vivono dovunque al limite della decenza, accontentandosi di catapecchie dove nessuno dovrebbe vivere, pagando cifre assurde a padroni di casa che non cacciano un soldo neanche per ritinteggiare i muri.... Perchè paghiamo tasse assurde per studiare, prezzi assurdi per vivere vicino alla nostra Università, per mangiare, su di noi si fonda l'intera economia di intere città... eppure... dobbiamo anche morire per questo!!!
Morire per poter studiare, morire per la speranza di un futuro migliore.....
E chi pagherà????
Ora arriveranno i soldi per la ricostruzione, ma i soldi andranno anche a quei padroni di casa che affittavano case indecenti a cifre impossibili senza un minimo di manutenzione, ma chi ripagherà quelle famiglie devastate dalla perdita dei propri figli?

Basta, spero solo che giustizia sia fatta, in nome di tutte le vittime...

Questa notte non ce la faccio a dormire in casa, ho bisogno di riposo.... E' da venerdì che non dormo, in casa sono troppo sotto tensione.... inoltre domani è il giorno del primo funerale...

Quando torneremo ad addormentarci serenamente?

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