Raiano, 08 Aprile 2009
Una notte in automobile può sembrare il paradiso in queste situazioni… I nostri vicini di casa dormono da ieri in auto nel grande piazzale di un’azienda agricola all’ingresso del paese. Con loro tutto o quasi il mio quartiere. Il resto del paese è disperso tra piazze e piazzole, chi in tenda, chi in auto, chi, fortunato, in camper o roulotte.
Come ho già detto, siamo stati tutti molto fortunati, visti i danni abbastanza lievi del paese, ma la paura è tanta… e un sonno in automobile è preferibile alla veglia nel panico in casa.
Mia sorella ha dormito con me, io ho preferito restare parcheggiata davanti casa, al centro della strada perché non si sa mai…
Al contrario delle altre sere, io sono riuscita a dormire un po’, A. purtroppo no. Alle 5 e qualcosa del mattino, entrambe esauste, ci siamo trasferite sul divano di casa… con la luce del sole sembra tutto più facile.
Abbastanza presto, come al solito in questi giorni, inizio i miei giri mattutini: bar, edicola, Pratola Peligna per salutare D. che sembra stare molto meglio, e poi di nuovo a Raiano, dove l’aria immobile attende l’evento tragico del pomeriggio.
Come si usa, il paese si raduna davanti casa di Carmelina. La porta aperta ormai da un giorno, mazzi di fiori e corone appoggiate lungo tutta la parete esterna d’ingresso.
Gli amici del cuore sono radunati tutti assieme a qualche metro di distanza dall’abitazione. La strada si va pian piano riempiendo di persone, non solo del paese ma anche di Pratola, da dove provengono i genitori. A poco a poco arrivano anche i gonfaloni dei paesi limitrofi, tutti quelli che fanno parte dell’associazione di comuni peligni assieme a Raiano.
E’ una giornata strana, come i due giorni precedenti del resto… Il sole è caldissimo, ma basta una piccola nuvola a far tremare tutti per via del vento, che non sembra accennare a calmarsi…
Escono gli uomini delle pompe funebri portando in mano grosse composizioni floreali, chiedono a tutti i ragazzi presenti di prenderne una ciascuno, e prepararsi alla testa del corteo funebre, due a due…
Anche mia sorella ed io prendiamo un mazzo di fiori, e in quel momento mi rendo conto che a causa del gran numero di fiori, nessun ragazzo presente aveva più le mani libere.
Ed ecco Carmelina, portata a spalla dai suoi amici di sempre, quelli che sono corsi a l’Aquila nella speranza di ritrovarla, quelli che hanno atteso in paese tremanti nell’attesa di una buona notizia, quelli che le hanno donato un ultimo saluto ringraziandola per tutta la ricchezza che ha recato alle loro vite…
Ci fanno cenno di partire, e tutti noi, il cuore in gola, i fiori in mano, passo dopo passo conduciamo il corteo verso il luogo del funerale.
In cielo, limpido fino a un attimo prima, appare una sola piccola nuvola che timidamente va a coprire il sole, come se la natura stessa si rivestisse a lutto…
E’ una lenta processione, straziante… si tenta di soffocare le lacrime, ma come riuscirci di fronte a quella bara bianca, in cui riposa una ragazza di 22 anni…
Ci sono anche le televisioni, è il primo di una lunga serie di funerali, ma fortunatamente non sono troppo invadenti.
Se è possibile dire una cosa del genere, penso che questo sia stato il più bel funerale che io abbia mai visto, e che non avrei mai voluto vedere…
Come in tutti i paesi qui attorno anche a Raiano le chiese sono inagibili, per questo la cerimonia è stata officiata nel piazzale antistante il municipio, accanto al Viale dei Pini, uno splendido viale alberato dove tutti i ragazzi e non amano passeggiare..
Le persone erano tantissime, e tutti molto composti. Di solito sono più che critica nei confronti di ogni cerimonia religiosa, troppe parole ipocrite, troppa falsità. Stavolta invece ho visto solo la commozione di tutti, la verità delle frasi pronunciate tanto dal vescovo, quanto dal sindaco e dagli amici più cari.
Carmelina, se mai esiste un’altra vita e tu sei riuscita a guardarci da lassù, sarai stata sicuramente felice di tanto affetto, di tanto amore rivolto a te da tutte quelle persone commosse, che non dimenticheranno mai il tuo sorriso...
Dopo quelle ore angosciose ho fatto una passeggiata verso casa, e finalmente una nota positiva: ho rivisto L. un caro amico che studia a l’Aquila, e a cui non avevo smesso di pensare fino al giorno prima quando mi dissero che quella domenica, fortunatamente, era rimasto a Raiano, e non era ripartito per l’Università… E’ in questi momenti che capisci quanto contano alcune persone nella tua vita, e quanto sia poco importante tutto il resto….
Dopo cena sono andata a prendere un’anziana zia che vive sola, terrorizzata dal terremoto, per portarla a dormire con noi. A. ed io abbiamo deciso di mettere due materassi sul pavimento della sala, a piano terra, e lasciare alla zia il divano letto. Abbiamo sistemato tutto alla perfezione nell’eventualità di una nuova scossa: materassi al centro della stanza, percorso libero fino alla porta che resterà aperta, e qualche coperta da buttarci addosso visto che dormiremo vestiti e con le scarpe.
Zia era molto scossa, ma evidentemente si è sentita al sicuro con noi perché appena allungatasi ha preso subito sonno e non ha sentito neanche la nuova scossa notturna.
Anche A. ed io oramai siamo “veterane” del terremoto e non ci siamo spaventate alla nuova scossa, ma abbiamo subito cercato di ritornare ai nostri sogni, anche se purtroppo continuano ad essere tormentati….
mercoledì 22 aprile 2009
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